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Aggredito un medico penitenziario in provincia di Reggio Calabria. Solidarietà dalla Fnomceo 

“Sono sempre più le segnalazioni di un disagio profondo, legato alle difficoltà, al sovraffollamento alla carenza del personale penitenziario che riceviamo dai colleghi degli istituti penitenziari. Credo che sia importante fare un momento di monitoraggio proprio per comprendere le difficoltà” ha detto il presidente Anelli

15 FEB -

“La nostra solidarietà al coordinatore sanitario dell’istituto penitenziario di Arghillà, in provincia di Reggio Calabria, minacciato con una lametta durante una visita, al Presidente Pasquale Veneziano e a tutto l’Ordine dei Medici di Reggio Calabria”.

Così, a nome anche di tutto l’Esecutivo, il Comitato Centrale, il Collegio dei Revisori dei Conti, il Consiglio nazionale, il Presidente della Fnomceo Filippo Anelli, che ha portato oggi l’episodio all’attenzione del Comitato Centrale.

“I colleghi – ha affermato Anelli – che lavorano negli Istituti penitenziari sempre più ci comunicano il disagio legato alla carenza di personale non solo sanitario ma anche di vigilanza, con le oggettive difficoltà legate al fare le visite in mancanza di una adeguata sorveglianza e protezione”.

Alla situazione negli istituti penitenziari, ma anche ai Centri di Permanenza per i Rimpatri, Anelli aveva già dedicato attenzione parlando del suicidio, nel CPR di Ponte Galeria a Roma, di Ousmane Sylla, giovane gambiano di 21 anni. Anelli aveva dunque lanciato un appello affinché si intervenisse sulla situazione sanitaria nelle carceri, assicurando ai detenuti l’assistenza alle cure necessarie, insieme a condizioni di vita dignitose e umane, e ai medici la sicurezza sul lavoro.

“Il suicidio del giovane della Guinea nel CPR di Ponte Galeria – aveva osservato – pone una serie di interrogativi circa il rispetto dei diritti umani, della dignità delle persone. In questi luoghi e nelle carceri sono sempre di più in aumento i suicidi. E questo non può che suscitare una forte preoccupazione anche da parte della Federazione, perché il rispetto della vita, il rispetto della dignità della persona sono parti costitutive della nostra professione e sono principi inossidabili presenti nel nostro Codice di deontologia”.

“Sono sempre più – aveva continuato – anche le segnalazioni che riceviamo dai colleghi che lavorano agli istituti penitenziari di un disagio profondo, legato alle difficoltà, al sovraffollamento alla carenza del personale penitenziario. Credo che sia importante fare un momento di monitoraggio proprio per comprendere le difficoltà che ci sono nel garantire il diritto alla salute all’interno degli istituti penitenziari un’attività che dovrebbe essere concertata tra il Ministero della Salute e il Ministero della Giustizia anche per dare risposte precise ai bisogni dei colleghi che con passione e dedizione si dedicano alla cura anche di queste persone”.



15 febbraio 2024
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